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Storie di Parma “Guillame Du Tillot”, il ministro che diede a Parma una Cultura Europea

Siamo nuovamente alle prese con #storiediparma. Vogliamo parlarvi di un grande personaggio della storia del ducato che ha dato a Parma una Cultura Europea. Un Ministro dalla vita avventurosa. Un politico francese che ha attirato in città artisti ed intellettuali da tutta Europa dando vita all’Accademia di Belle Arti, alla Stamperia Reale, al Museo d’Antichità al potenziamento dell’Università di Parma, alla riorganizzazione della Biblioteca Pubblica di Parma e che a causa di uno scontro con Maria Amalia D’Austria fu prima esiliato, e dopo dovette fuggire in Spagna. Léon Guillaume Du Tillot  (Bayonne, 22 maggio 1711 – Parigi, 1774), ministro del Ducato di Parma e Piacenza,  personaggio illustre per la storia della città di Parma.

Guillaume Du Tillot (1)

Si formò a Parigi e terminati gli studi, si recò in Spagna presso la corte di Carlo III. Nel giugno 1749 venne trasferito da Parigi a Parma come osservatore e consigliere di Filippo.

Filippo, sempre grato del servizio offertogli da Guillaume, lo rese ministro dell’economia pubblica e degli affari esteri, conferendogli poi l’incarico di primo ministro nel 1759. Con le sue attività rese più fiorente il ducato sotto la guida di una buona amministrazione. Il 20 giugno 1764, essendo nominato Marchese di Felino, gli vengono affidate le terre di Felino e San Michele Tiorre.

Grazie al suo impegno nacquero l’Accademia di Belle Arti di Parma, il Museo d’antichità, la Stamperia reale e fu potenziata l’Università di Parma.
Allo scopo di attuare il suo ambizioso piano culturale e propagandistico cercò di attirare a Parma intellettuali e artisti, tra i quali Condillac, a cui fu affidata l’educazione del principino Ferdinando, Paolo Maria Paciaudi, che diventerà curatore della Biblioteca Palatina, il saluzzese Giovanni Battista Bodoni, tipografo destinato a divenire punto di riferimento dell’arte stampatoria in tutto il mondo, Jean-Baptiste Boudard, scultore che realizzò numerose delle opere plastiche tuttora sparse nel Giardino Ducale, ed Ennemond Petitot, l’architetto lionese a cui fu affidata la ristrutturazione urbanistica di molti punti della città: la chiesa di San Pietro (con il rifacimento della facciata), il Palazzo del Governatore in Piazza Grande, il Palazzo di Riserva dove si trovava il Teatro Ducale, il Casino dello Stradone (che prese in seguito il suo nome), e il Palazzo ducale del Giardino, risistemato proprio insieme a Boudard.
Nel 1756 Du Tillot chiamò a corte il gentiluomo francese Guillaume Rouby de Cals: inizialmente impiegato presso l’amministrazione delle finanze, divenne poi suo segretario particolare e direttore della prima fabbrica di tessuti militari e per la casa reale fondata a Borgo San Donnino. Tutti questi sforzi valsero alla città di Parma, in quel periodo, la definizione di Atene d’Italia, anche in virtù della grande espansione che vi trovò l’Arcadia (la cosiddetta “terza Arcadia”) in cui operò in primo luogo Carlo Innocenzo Frugoni. Du Tillot fece rinnovare il Giardino Ducale secondo il modello di Versailles.

Du Tillot ebbe sempre scontri con Maria Amalia d’Austria, duchessa di Parma che fin dal suo arrivo nel ducato italiano entrò in aperto contrasto con Du Tillot. Alla fine,grazie alla sua influenza sul debole marito, riuscì a farlo destituire ed arrestare La sua gestione laica e dichiaratamente filoilluministica del ducato parmense gli procurò duri conflitti con lo Stato Pontificio, sia per le nomine effettuate, sia circa i conferimenti di mandato, e soprattutto per via della soppressione dell’Inquisizione e dell’espulsione dei Gesuiti dal ducato. Con la nuova reggenza di Ferdinando di Borbone e l’arrivo di Maria Amalia d’Asburgo-Lorena, il suo operato cominciò a subire un severo riesame, che lo costrinse prima agli arresti domiciliari a Colorno, e poi alla fuga nel 19 novembre del 1771 verso la Spagna, per poi tornare in Francia dove morì nel 1774. Fu sostituito dallo spagnolo Jose de Liano nel ruolo di primo ministro del Ducato.

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